Il centenario delle Prima Guerra Mondiale rappresenta l’occasione preziosa per riflettere su ciò che quell’immane conflitto ha causato, non solo in ambito nazionale ma anche sul più ristretto scenario locale. La distanza temporale da quei fatti, l’inevitabile scomparsa dei protagonisti di quegli eventi drammatici, che ha privato della loro testimonianza le generazioni più giovani, ed anche l’endemico deficit di conoscenza storica che la scuola italiana consegna ai propri studenti, hanno prodotto una cesura che deve essere sanata.
In tal modo si è infatti interrotta la trasmissione diretta, da una generazione all’altra, di avvenimenti che hanno cambiato la storia d’Italia. Ho conosciuto le trincee delle Alpi e i danni prodotti dai gas nei racconti di mio nonno, alpino del Battaglione Morbegno. Le sue parole, nelle orecchie di un ragazzino suonavano lontane, quasi fantastiche, e forse per dare concretezza a quelle narrazioni mi porgeva l’avambraccio perché sentissi distintamente la scheggia metallica che ancora portava nel corpo.
La canzone del Piave è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu composto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta .
Non è solo la necessità di ricostruire le implicazioni locali di fatti storici di dimensione mondiale, é piuttosto l’esigenza profonda, mossa da una pietas umana e civile carica di riconoscenza, che muove a ricercare nella profondità di un oblio che ha coperto la nostra coscienza, i nomi e i volti di uomini che hanno dato la loro vita perché l’Italia potesse finalmente compiere il voto della sua Unità. Il libro, prezioso, di Ezio Della Mea e di Enzo Menconi è davvero quel “monumento di carta” che i “mille caduti carraresi” non ebbero scolpito nel marmo delle loro Apuane.
Parole come Onore, Patria, Sacrificio estremo, troppo spesso usurpate, e perciò tradite, da una parte, tornino ad essere patrimonio condiviso. Tornino ad essere pronunciate per chi è morto per la Libertà e la Dignità dell’Italia nel consesso delle Nazioni. L’Associazione Apuamater è grata ai due autori per il grande lavoro svolto, per la straordinaria ricerca storica e biografica da essi condotta. E’ grata anche al Comitato per la Promozione dei Valori Risorgimentali di Massa Carrara, per averlo sostenuto e sollecitato.
Il culto della memoria non impedisce di guardare al futuro. E’ se mai la perdita della memoria che impedisce di scorgere le insidie che il futuro può nascondere in quei “ritorni”, che il grande Piero Calamandrei temeva, nella sua visione di antifascista, si potessero riaffacciare sulla scena della storia.
Il Presidente di APUAMATER Claudio Palandrani